Le cause della ribellione e la questione dorniana

Da Le Cronache del Drago Nero.

Nel Mondo del Ghiaccio e del Fuoco viene asserito: “A indurre Daemon Blackfyre a insorgere contro re Daeron non fu né un oltraggio definitivo né un enorme torto” – tuttavia, è chiaro che decine di migliaia di persone non combatterono e morirono per nulla. Le vere motivazioni che hanno incendiato l’animo di migliaia e migliaia di persone sono da ricercare attraverso un’accorta analisi di ciò che furono gli anni precedenti all’inizio della guerra – e non solo gli anni immediatamente precedenti.
Molti asseriscono con sicurezza che i semi dell’ostilità furono seminati all’epoca di Aegon IV il Mediocre, ma le riflessioni di Steven Atwell di Tower of the Hand, uno storico con dottorato di ricerca, invitano il lettore a fare un passetto più lungo e ad andare ad individuare le cause (molteplici) nelle discordie piantate durante il breve regno di Daeron I il Giovane Drago. Questo, per la cause “storiche” del conflitto. Le cause personali verranno affrontate più in là.

Di seguito estratto degli scritti di Maestro Lowren, storico della Cittadella.

La causa storica: La questione Dorniana.

Re Daeron I ascende al trono durante un periodo nero della storia Targaryen, alla tenera età di 14 anni, nel 157 D.C.
Il regno di suo padre, Aegon III la Rovina dei Draghi, era stato un disastro. Tra violenze e disordini, la monarchia non era mai stata prima d’allora così vacillante. Dall’Ora del Lupo, che aveva messo una sanguinosa fine a tutte le dispute tra Verdi e Neri alla fine della Danza dei Draghi, alle Guerre di Reggenza (131-136 D.C.) il monarca stesso (in questo caso Aegon III) era stato ridotto a pedina con ruolo puramente simbolico mosso dagli interessi dei grandi Lord del Regno. Entrambi il giovane re e suo fratello (e primo cavaliere) Viserys si rivelarono monarchi contenziosi, abili, ma con obiettivo primario quello di dare al popolo e al popolino giustizia e “pace”.
Questa cosa causò non poca indignazione tra i ceti sociali più abbienti e, soprattutto, non riusciva a mascherare la drammatica realtà dei fatti: quelle che erano da sempre state le fondamenta del potere monarchico (nonché legittimazione stessa di quelpotere) erano scomparse – i draghi.
Per sopperire a questa vitale mancanza, in una mossa assai lungimirante (e quindi per quietare i subbugli non tra la popolazione, ma tra i nobili), Daeron I decide di ridare ai Lord ciò che disperatamente mancava loro da oramai più di un secolo a quella parte: i giochi di conquista. Uno dei motivi principali per cui, alla morte del Conquistatore, alcuni dei giovani Lord da poco succeduti ai loro padri decisero di schierarsi contro Aenys I fu proprio perché questo nuovo sistema politico centralizzato (monarchia centrale, sette regni uniti, pace diffusa, cooperazione, etc) aveva privato le singole entità (i furono Re dei rispettivi regni) di quella che era stata la loro autonomia decisionale e la possibilità di espandersi e arricchirsi attraverso il metodo che era da sempre stato il più gettonato... e anche amato da tutti: la conquista. Con gli anni, i focolai di ribellione al potere Targaryen si erano quietati, ma la scomparsa dei draghi (che fondamentalmente erano il più grande deterrente esistente) faceva correre il rischio che il problema si ripresentasse. E stavolta non ci sarebbe stato Maegor in sella a Balerion a salvarli.

Annunciando la sua campagna di conquista di Dorne, Daeron I con un colpo solo ridà ai nobili e ai cavalieri tutte le possibilità che rimpiangevano da 150 anni a quella parte. O quasi tutte. Riesce ad unire il reame sotto un unico progetto nazionalistico che puntava non solo a soddisfare le potenze che erano potenziali minacce al suo potere, ma anche ad acquisire nuovi terreni per sé. Adesso la campagna di Daeron I è ricordata per tutte le perdite che ha causato, ma all’epoca era una prospettiva assai promettente. Paga per i soldati, gloria per i cavalieri, nuove terre per i secondi e terzogeniti ed immenso potere politico per coloro che si sarebbero schierati ed esposti al fianco destro del Re. Chi c’era al fianco del Re? In primis Alyn Velaryon, uno dei pochissimi Neri ad essere sopravvissuto all’Ora del Lupo e alle Guerre di Reggenza, fu lui a fornire l’immensa potenza navale necessaria per la conquista. In secondo luogo, ma non meno importante, Lord Lyonel Tyrell. In quanto Protettore del Sud, non solo era a capo di un’immensa forza militare, ma era anche colui che più di tutti, fin dall’alba dei tempi, in quanto confinante, aveva più ragione per avercela con i Dorniani, dopo i secoli di guerre. Era anche un diretto discendente di Lord Harlan Tyrell, morto durante la Prima Guerra di Conquista, proprio per mano dorniana.
Sappiamo come è andata: Lord Lyonel pensò a fornire il diversivo per tenere occupati i dorniani in massa sul fronte più occidentale, sul Passo del Principe. Daeron stesso si assicurò una leggendaria vittoria sulle Montagne Rosse, schiacciando l’esercito dorniano e Lord Velaryon si insinuò nel Greenblood da sud-est, radendo al suolo Planky Town, spazzando via interi villaggi e città lungo il corso del fiume.
Come compenso per il lavoro svolto sul Passo del Principe, Lord Tyrell venne nominato Reggente di Dorne. Lyonel aveva con un colpo solo non solo vendicato il suo antenato, ma anche vinto la prima guerra per i Tyrell (non avevano mai vinto nulla da soli) e si era ricavato un nuovo regno tutto per sé.
Per capire bene i motivi per cui chi si schiera con chi successivamente, nella ribellione Blackfyre, bisogna tenere tutto questo molto bene in mente. Con questa vittoria, i Lord dell’Altopiano avevano finalmente qualcosa da perdere. Di conseguenza, gli uomini dell’Altopiano combatterono con le unghie e con i denti per difendere ciò che si era conquistati.
L’odio reciproco che nacque tra gli uomini dell'Altopiano e Dorniani si infiammò ancora di più dopo l’uccisione di Lord Lyonel, morto dentro il suo stesso letto per mano di vili cospiratori che gli fecero piovere addosso centinaia di scorpioni velenosi. Nelle rivolte che seguirono, morirono qualcosa come 40.000 persone – e di nuovo, queste morti non vennero recepite come onorabili morti in battaglia, quanto come vili omicidi che dovevano essere vendicati.
Daeron e Alyn Velaryon tornarono a Dorne per dare supporto e di nuovo parvero prevalere sulle forze dorniane, ma quando in un sanguinoso agguato, i dorniani attaccarono il Giovane Drago e il suo seguito sotto la bandiera di pace, la situazione precipitò definitivamente.
Era morto il Re, erano morte 3 dei cavalieri della guardia reale ed erano morti molti dei Lord del reame.

Sentimenti di odio e vendetta sbocciano in tutto Westeros. Odio che si riversò IMMEDIATAMENTE sugli ostaggi dorniani che Viserys, Primo Cavaliere, ordinò subito di gettare in prigione, in attesa che fossero giustiziati. Ora, immaginiamo che all’ascesa del nuovo Re, la prima cosa che suddetto Re fa... è quella di condonare ogni cosa e liberare gli ostaggi, garantendo loro passaggio sicuro per tornare a casa. E non solo. Mentre i suoi Lord urlavano vendetta, Baelor annunciò pubblicamente di voler risanare il conflitto con Dorne e divolere la pace. E, ancora, non solo. Come simbolo di penitenza ci sarebbe andato lui, in persona, fino a Dorne, in pellegrinaggio a piedi, per espiare il peccato di violenza. E come simbolo di pace, suo nipote, il giovane Daeron, figlio primogenito del primo figlio del suo primo cavaliere, sarebbe stato promesso sposo alla figlia maggiore del Principe di Dorne.

Certo, con questo Baelor riportò la pace, ma c’è da tenere conto di tutte le conseguenze di cui tutti i libri di storia non parlano. Baelor privò non solo i Lord di Westeros, ma anche tutti gli altri di una vera e propria catarsi per le enormi perdite che avevano sofferto. Li privò di ogni possibilità di riscatto e di vendetta. Cercando la pace, rilasciando gli ostaggi e facendo penitenza, il Benedetto piazzò tutte le persone che avevano combattuto per suo fratello maggiore, sia quelli che erano morti che quelli che erano sopravvissuti, automaticamente nel torto. E da allora in avanti il muto, indicibile risentimento che iniziarono a covare tutti coloro a cui era stato sottratto qualcosa – tutti coloro che avevano perso qualcosa – non fece altro che marcire ed inasprirsi ancora di più. E unendo casa Martell a casa Targaryen, si portò questo conflitto sotto il suo stesso tetto.
Il primo fra tutti a covare risentimento per tutto questo nella sua stessa famiglia era il futuro Aegon IV. Lui stesso aveva combattuto valorosamente nella guerra ed era stato incaricato di riportare ad Approdo gli stessi ostaggi che poi Baelor in seguito ha liberato. In pochi anni, Aegon vide il suo unico figlio (legittimo) promesso ad una dorniana senza il suo consenso, la sua amante/giocattolo ostaggio mandata via e sua cugina/amante (Daena, l’unica che apertamente sosteneva ancora l’immagine di Daeron I, che adorava) imprigionata in una torre. Aegon IV è un altro che contribuisce non poco a piantare i semi della futura ribellione e su questo non c’è alcun dubbio. Tuttavia, rimanderemo a più tardi la discussione sui sentimenti privati e personali che portarono a certe storiche decisioni, per ora ci concentreremo sulle politiche dorniane.
Aegon IV voleva guerra e il suo stesso figlio, Daeron, oramai sposato a Mariah Martell, era il più grande oppositore del padre, con tutto il suo seguito di fedeli. Quando Ser Morgyl iniziò a porre la questione della paternità di Daeron, colse padre e figlio durante un periodo di accesi diverbi riguardanti il lancio una nuova campagna contro Dorne. Bisogna ben tenere a mente ciò quando si considera chi si schiera con chi sulla questione della legittimità di Daeron: schierarsi con Daeron significava pace con Dorne, schierarsi con Aegon significava guerra.
In risposta alla propaganda pacifista di Daeron, ci viene detto che Aegon “rivolse la sua attenzione a Dorne, sfruttando l’odio per i dorniani che ancora covava nelle Terre Basse, nelle Terre della Tempesta e sull’Altopiano per sobillare alcuni degli alleati di Daeron contro i suoi sostenitori più potenti.”
In questa stessa asserzione possiamo trovare l’origine di quella che in futuro sarà la coalizione di Daemon Blackfyre: le regioni che più avevano risentimento verso Dorne, gli uomini che avevano perso di più con la morte di Daeron I e la pace di Baelor, coloro che non avevano avuto modo di esternare ciò che avevano dovuto tenere represso per decenni.

Rileggere la frase con più attenzione, tuttavia, rivela ulteriori dettagli: “per sobillare alcuni degli alleati di Daeron contro i suoi sostenitori più potenti” letta nel contesto di quali case si schierano successivamente con i Blackfyre (come vedremo più in là) suggerisce l’uso di casate minori contro quelle maggiori, che – teoricamente- potrebbero aver avuto più interesse a mantenere lo status quo delle cose. Si nota anche come Daeron parte originariamente con più alleati di quanti gliene siano poi effettivamente rimasti successivamente.
Aegon IV fa di tutto per prepararsi ad una nuova guerra contro Dorne, si spinge addirittura a negoziare un matrimonio con Tyrosh per suo figlio Daemon - unione che gli avrebbe assicurato un’ulteriore potenza navale (quella tyroshi) in previsione di un nuovo assalto - ma ogni tentativo fallisce miseramente.

Per la terza volta, la questione dorniana assume contorni nuovi quando ascende al trono Daeron II, che fin da subito si prefissa di adottare la più diplomatica delle politiche per sistemarla una volta per tutte. Uno dei primissimi atti significativi di Daeron II dopo l’ascesa al trono fu di dare l’avvio ai negoziati con il cognato, il principe Maron, per portare Dorne sotto il controllo dei Targaryen. Dopo due anni di trattative, fu raggiunto un accordo secondo cui il principe Maron accettava di fidanzarsi con Daenerys, sorella di Daeron, una volta che questa avesse raggiunto un’età consona. (...)
Tuttavia, da quell’accordo, il principe Maron aveva ottenuto alcune concessioni, e i lord di Dorne godevano di notevoli diritti e privilegi che le altre grandi case non potevano vantare: primo fra tutti il diritto di mantenere il proprio titolo reale, ma anche l’autonomia nel conservare le leggi, il diritto di stimare e raccogliere le tasse dovute al Trono di Spade, sotto il controllo solo saltuario da parte della Fortezza Rossa, e altre questioni simili.

La posteriorità acclama Daeron II per aver raggiunto tutto ciò senza versare una singola goccia di sangue, ma con uno sguardo più attento noteremmo immediatamente che, in realtà, il regno di Daeron II ha bisogno di un po’ di revisione storica. Daeron fa pressioni per ottenere pace in modo troppo veloce e troppo pressante, fallendo nel costruire delle solide fondamenta sotto la sua politica e fallendo nel pacificare gli animi dei guerrafondai che ancora non trovavano sfogo alle loro problematiche personali.
La pace che Daeron II aveva vinto con Dorne non era una pace da vincitori e nemmeno una pace da status quo. Era una pace in cui Maron Martell, Principe di Dorne, aveva strappato tanto alla Corona.
I lord di Westeros, così gelosi dei loro diritti e delle loro autonomie finiscono inevitabilmente per odiare sempre più Dorne – gli unici a godere di quell’unico beneficio a loro da sempre negato. E così “L’insoddisfazione per siffatte specifiche concessioni fu uno dei semi da cui spuntò la Prima Ribellione Blackfyre”.
Presto, tutti coloro che avevano costituito il partito pro-guerra durante i regni di Daeron I e Aegon IV si ritrovarono lontani dalle cariche di corte e lontani dalla corte stessa, poiché Daeron II riassegnò tutte le posizioni di concilio ristretto a suo piacimento, eliminando tutti quelli che erano stati messi lì da suo padre – messi lì spesso e volentieri anche perché condividevano le stesse posizioni di Aegon IV su Dorne.
Per tutta risposta, Daeron portò a corte un ingente numero di dorniani – dorniani che andarono a rimpiazzare coloro che erano stati buttati fuori in posizioni di potere. Le casate allontanate da corte non furono solo private di potere a livello amministrativo, ma si ritrovarono presto anche soppiantate dai loro più acerrimi nemici.
Inoltre, per il fatto che non si può mai discreditare il simbolismo delle cose, Maron Martell aveva appena vinto la mano di una principessa figlia di un Re e sorella di un altro, privilegio di solito riservato a conquistatori come Orys Baratheon – fatto che suggeriva metaforicamente che Dorne avesse in qualche modo simbolicamente vinto il conflitto, con –in futuro- un mezzo Martell sul Trono di Spade e una Targaryen riportata a Lancia del Sole.

Cavalieri e lord delle Terre Basse di Dorne arrivarono a diffidare di Daeron, come di Baelor, e cominciarono a guardare sempre più ai «vecchi tempi», quando i dorniani erano i nemici da combattere, e non rivali per l’attenzione o la generosità del re. (...)'
I semi, comunque, trovarono terreno fertile a causa di Aegon il Mediocre. L’indegno sovrano odiava i dorniani e li combatteva. Lo stesso valeva per i lord che desideravano il ritorno ai suoi tempi, nonostante il malgoverno di allora, e che non sarebbero mai stati soddisfatti del pacifico re Daeron. Così, molti celebri guerrieri che guardavano con sgomento alla pace nel regno e alla presenza dei dorniani alla corte del re, cominciarono ad avvicinarsi a Daemon.

Certamente parte dei sentimenti anti-dorniani sono riconducibili a puro e semplice bigottismo – la cultura Rhoynar era da sempre stata vista come “straniera” e per nulla affine alle correnti di pensiero “occidentali” – ma tutta la storia del continente è chiara nel narrare di come Dorne è da sempre stata in guerra col resto dei Sette Regni, fin dai tempi dell’Alba: gli uomini dell’Altopiano non dimenticheranno mai che sono stati i dorniani a bruciare e saccheggiare Alto Giardino e Città Vecchia e ad uccidere il leggendario Garth Greenhand nel suo letto; gli uomini della Tempesta non dimenticheranno che sono stati i gli Yronwood e i Wyl ad invadere risalendo fino al fiume Slayne o che Meria Martell li saccheggiò quando Argilac era in guerra contro Harren il Nero; i Lord delle Terre Basse ricorderanno sempre il Re Vulture che li ha depredati per decenni.
In tempi più recenti, dunque, sotto Daeron I, l’odio non sboccia da chissà quale misterioso razzismo insito nelle anime dei westerosi, piuttosto è frutto di un astio che è lì già da secoli, impilato l’uno sull’altro come i corpi dei cadaveri dei morti per la guerra, germogliato dai sentimenti di vendetta provati per i cari defunti in millenni di scontri.

La causa personale: la Ribellione Blackfyre

Il conflitto fu più di un semplice scontro tra un re intellettuale e un re guerriero. Per capirlo fino in fondo, bisogna andare a scavare nella loro storia personale.

Daeron cresce in costante conflitto con suo padre, prendendo le parti della sua povera madre, martirizzata fino allo stremo e cercando alleanza politica con suo zio, il leggendario cavaliere Aemon the Dragonknight – cosa che, col senno di poi, non fece che gettare ulteriore brace sulla questione della sua dubbia paternità.
Aegon stesso non faceva altro che infuocare ancora di più la questione della sua paternità, umiliando Daeron in pubblico – cosa che culminò col processo dove combatterono Ser Morgil Hastwyck e Aemon the Dragonknight. Il Mediocre non solo dava adito alle fiamme, ma le istigava lui stesso.

Ci si può immaginare quanto possa essere stato doloroso per Daeron sopportare tutto questo per mano di suo padre – unito alla costante minaccia di morte per la sua adorata madre che si ripeteva ciclicamente, anno dopo anno. Il continuo minacciare di disereditarlo e nominare un nuovo erede sottoforma di uno degli altri figli bastardi di suo padre, insegna presto a Daeron che questi fratellastri sono un vero pericolo sulla sua strada verso il trono – e successivamente un pericolo per il suo regno.
Allo stesso modo, dobbiamo tener conto anche della natura polarmente diversa di padre e figlio: Daeron era tutto ciò che Aegon non era e viceversa e fin da subito aveva deciso che sì, era il legittimo erede di suo padre... ma non sarebbe mai stato come lui. Dotato di una natura più pacata, fin da subito è chiaro che puntava ad un modello di regno piu simile a quello di Jaehaerys il Conciliatore, piuttosto che a quello di Daeron il Giovane.

Per comprendere Daemon, invece, bisogna prima investigare sua madre – la persona che più ebbe indiscutibilmente influenza su di lui, crescendo: Daena la Ribelle.
Nessun’altra principessa Targaryen prima d’allora si era mai dimostrata più forte e caparbia di lei: una combattente che eccelleva nel tiro con l’arco e una formidabile amazzone, era cresciuta idolatrando suo fratello Daeron I e, da questo fatto, non è difficile dedurre che probabilmente era anche cresciuta con l’intento di diventare la sua regina. Ossessionata dalla questione della purezza di sangue e fervente convinta dell’importanza dell’incesto per questo fine, trova una gatta da pelare in Baelor – l’uomo che infine è costretta a sposare, solo per essere ripudiata poco dopo. L’odio di Daemon verso Dorne è riconducibile a lei, che fin da subito prende a cuore la causa di Daeron I e finisce con l’odiare la gente che gliel’ha ucciso. Usurpata del diritto di successione dal Grande Concilio, non è difficile immaginare i suoi sentimenti quando viene appuntato suo zio Viserys - cosa che direttamente implicava che un giorno sarebbe asceso al trono un Targaryen mezzo Martell (poiché il nipote di Viserys aveva sposato Mariah Martell). La risposta a tutto ciò era incarnata in suo figlio, Daemon Waters, che aveva fatto di tutto per concepire in modo che fosse Targaryen da entrambe le parti e chiamato Daemon in onore di Daemon Targaryen, the Rogue Prince.
Il figlio di Daena aveva tutto ciò che mancava a Daeron: combattente di natura, era bello e avvenente, carismatico come un leader nato e godeva del pieno supporto del padre, Aegon IV. In Daemon, il Mediocre vedeva il figlio ed erede che era degno di succedergli e che mai aveva avuto da sua moglie.
Conoscendo Daena, si può facilmente immaginare come abbia esercitato segretamente pressione col suo ex-amante affinché rimuovesse l’onta di vergogna sul suo nome e lo legittimasse, in modo da poter entrare a tutti gli effetti in successione per il trono. Quale enorme trionfo fu per il dodicenne Daemon ricevere pubblicamente l’approvazione e il riconoscimento paterno, unito al dono della spada ancestrale dei Re Targaryen! Sembrava quasi un segno degli Dei. Era destinato ad essere Re. E quando, appena due anni più tardi, Aegon IV finisce col legittimarlo, assieme a tutti i suoi altri fratellastri, dovette apparire agli occhi del giovane Daemon quasi come un avvenimento da ciclo arturiano: “Il Re è morto! Lunga vita al Re!”. E’ quasi incredibile capire come sia stato possibile che non abbia reclamato il trono per sé, lì su due piedi, in quella stessa occasione. Avrebbe potuto farlo e di certo avrebbe avuto supporto.
Ma i punti di vista agli antipodi di Daeron e Daemon non riguardavano solo i due modelli di governo diversi e finirono per scontrarsi molto prima che finisse in guerra aperta: il più grande dei diverbi avvenne per via della principessa Daenerys.

La questione della presupposta storia d’amore tra Daemon e la sorellastra è fonte di molti dibattiti, ma la teoria più accreditata è che sì, i due fratellastri erano davvero innamorati.
Lasciare che Daemon sposasse Daenerys sarebbe equivalso a donargli il legittimo diritto di regnare sul Trono di Spade – un diritto troppo grande da poter ignorare. Figlio di Aegon IV e di Daena Targaryen, nipote diretto di Aegon III (mentre per Daeron II, Aegon III era solo uno zio) e con una sposa Targaryen che era pronta a dargli perfetti eredi Targaryen, al contrario dei mezzi dorniani che Daeron aveva già messo al mondo. Dare Daenerys a Dorne, invece, non solo gli assicurava una grossa vittoria diplomatica... ma anche che Daemon rimanesse lontano da tutto quel potere.
Daemon, dunque, non perde solo la donna che ama... ma la perde contro coloro che da sempre ha odiato – i dorniani. Questo sancisce la definitiva rottura tra i due fratelli, seppur non sfocia immediatamente in guerra.
Daemon rimane a corte e Daeron gli concede i titoli, le terre e i possedimenti che Aegon IV aveva predisposto per lui.
Nonostante ce ne siano tutti i presupposti, la guerra non scoppia che otto anni più tardi.
Tutti concordano che la vera scintilla non siano stati i due protagonisti, quanto più chi lavorava dietro le quinte per loro, personaggi che a loro volta avevano personalissime questioni da sistemare. Dalla parte di Daemon, Bitterstelle e Fireball furono i due diavoli che sussurrarono nell’orecchio del principe fino a farlo ribellare; dalla parte di Daeron, uno dei suoi consiglieri, nonché altro suo fratellastro, Bloodraven, non condivideva i suoi spiriti pacifisti e – probabilmente anche grazie alle sue doti da veggente – aveva già capito cosa bolliva nell’ombra.

E così giunse il 196 D.C. con due fazioni divise e due diversi candidati per il Trono. Gli schieramenti delle casate per l’una o per l’altra parlano per sé.

ROSSI (Daeron):

  • Dalla Valle: Casa Arryn, Casa Templeton, Casa Waynwood, Casa Corbray
  • Dall'Ovests: Casa Lannister, Casa Lefford
  • Dalle Terre dei Fiumi: Casa Tully, Casa Blackwood, Casa Smallwood
  • Dalle Terre della Corona: Casa Targaryen, Casa Hayford
  • Dalle Terre della Tempesta: Casa Baratheon, Casa Penrose, Casa Dondarrion
  • Dall'Altopiano: Casa Caswell, Casa Webber
  • Da Dorne: Casa Martell, Casa Dayne


Guardando questa lista sembra quasi impossibile che qualcuno sano di mente possa essersi schierato dalla parte opposta: cinque grandi casate, due protettori – tutti a supportare la monarchia (sicuramente in buona parte motivati dal volere di mantenere lo status quo più che altro... una volta raggiunto il top, il cambiamento non è ideale) – una coalizione all’apparenza quasi invulnerabile ed inscalfibile. Eppure... a conti fatti, quasi sconfitta dai Blackfyre, che per poco non risultarono vincitori nella Prima Ribellione e rimasero poi effettivamente un enorme minaccia per almeno 6 generazioni successive.
L’altra cosa che salta subito all’occhio è il potere delle alleanze dinastiche: sia casa Arryn che casa Baratheon sono legate a casa Targaryen col sangue e sono schierate con Daeron nonostante – nel secondo caso – ci siano dei fortissimi sentimenti anti-dorniani coinvolti. I Dayne e i Dondarrion supportano Daeron per via dei matrimoni con Baelor Breakspear e Maekar – e i Dondarrion forse piu di tutti, in qualità di lord delle terre basse, hanno covato odio contro i dorniani per secoli.

NERI (Daemon):

  • Dalla Valle: Casa Sunderland
  • Dall'ovest: Casa Crakehall, Casa Reyne
  • Dalle Terre dei Fiumi: Casa Bracken, Casa Frey, Casa Grey, Casa Heddle, Casa Nayland, Casa Paege, Casa Shawney
  • Dall'Altopiano: Casa Ambrose, Casa Ball, Casa Blackbar, Casa Bulwer, Casa Cockshaw, Casa Cuy, Casa Fossaway, Casa Osgrey, Casa Peake, Casa Risley, Casa Strickland, Casa Vrywel
  • Dalle Terre della Tempesta: Casa Caron
  • Da Dorne: Casa Santagar, Casa Yronwood, Casa Wyl
  • Altri: Tyrosh, Myr


La prima cosa evidente che salta all’occhio qui è la presenza di tutte le casate minori che in qualche modo hanno conti in sospeso con i loro Lord Maggiori. In Daemon Blackfyre speravano di trovare la loro valvola di sfogo per ottenere ciò che ardentemente sognavano da secoli.
La seconda cosa che salta all’occhio è la grande concentrazione di casate dell’Altopiano. C’è una ragione per cui la Tempesta sembra aver desistito all’idea di vendetta verso Dorne, ma è da ricercarsi negli sforzi della grossa propaganda pro-Daeron che Baelor Breakspear aveva fatto di recente in quelle terre. E per la logica del “il nemico del mio nemico è mio amico”, da notare come molte casate dorniane storicamente opposte ai Martell hanno preferito marciare fianco a fianco con molti anti-dorniani, pur di avere la chance di deporre i propri odiati storici nemici. E infine, notare come Daemon aveva già appoggio da Essos, grazie al suo tanto sdegnato matrimonio.

VOLTABANDIERA (quelli che avevano un piede in ogni campo):

  • Dalle Isole di Ferro: Casa Greyjoy
  • Dall'Ovest: Casa Tarbeck
  • Dalle Terre dei Fiumi: Casa Butterwell, Casa Lothston
  • Dall'Altopiano: Casa Hightower, Casa Oakheart, Casa Tyrell

Ricordate come viene asserito precedentemente che sembra impossibile che un Lord sano di mente si schieri con i Blackfyre, dato le enormi probabilità di disfatta? Ebbene, è molto probabile che Daemon Blackfyre e Bittersteel si aspettassero di avere supporto da almeno due delle grandi casate. Ci viene narrato che i Greyjoy strinsero un patto con Bittersteel stesso, solo per tradirlo poi sul campo di battaglia. Ma il caso interessante è quello dei Tyrell. Loro piu di chiunque altro avevano interesse nel rovesciare Daeron e avere finalmente vendetta contro i dorniani per le vicende di Lord Lyonel durante il regno di Daeron I ... eppure ci viene detto di come Lord Leo, signore di Altogiardino, si lustrò di grande onore, combattendo i sostenitori di Daemon e catturando quelli che, tra i suoi vassalli, si erano rivelati traditori della Corona.

Bisogna risolvere un piccolo rompicapo logico: come è possibile che Leo Tyrell non si rese conto di ciò che stava accadendo abbastanza in tempo da riuscire a schierare le sue forze sul Redgrass Field, quando la maggior parte della coalizione di Daemon proveniva proprio dall’Altopiano e si stava riunendo proprio sotto il suo naso? Leo Tyrell incarna il perfetto stereotipo del Tyrell – nobile e cavalleresco di facciata, ma attento e spietato calcolatore dietro. Vedendo che attorno a lui tutti si stavano schierando con Daemon, anch’egli stesso non ha esitato a promettere ai Neri il suo aiuto... solo per poi aspettare e vedere come si sarebbe svolta la battaglia e da che parte avrebbe finito col pendere l’ago della bilancia prima di entrare ed agire.

E così, appena Daemon viene ucciso, Leo entra con i suoi uomini per ergersi agli occhi dei Rossi e lanciarsi contro i suoi stessi vassalli, che erano già in ritirata. La strategia Tyrell spiega molto delle meccaniche della Prima Ribellione: non è difficile credere che Bittersteel era convinto di poter prendere il trono, dato che aveva la più grande armata dei sette regni alle sue spalle!

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