Desmera Redwyne
Desmera Redwyne | |
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Origini | Altopiano |
Titolo | Lady |
Consorte | |
Vedova di Ser Rupert da Arbor | |
Erede | |
Genitori | Ser William Redwyne e Lady Frenny Redhill┼ |
Parenti | Roxanne Tyrell (cugina) |
Lontana cugina di Lady Roxanne Tyrell, Desmera Redwyne è la quinta figlia di sei nati dall’unione tra William Redwyne e Frenny Redhill, nobili di secondario ramo della Casa Redwyne. Cresciuta nella pittoresca magione di Whale Corner, lungo le coste di Redhill, Desmera ha trascorso l’infanzia tra le onde, i ricami della madre e le cavalcate con il cugino Ser Colin Redhill, da lei sempre considerato il fratello che avrebbe voluto.
La sua vita cambiò drasticamente alla morte della madre, scomparsa nel dare alla luce l’unico maschio della famiglia, fu in quel dolore che Desmera trovò rifugio nell’arte della cerusia, imparando a suturare ferite e curare contusioni, spesso ai danni del giovane Colin.
Mandata ad Arbor in età da marito, sposò Ser Rupert da Arbor, un uomo buono e gentile che le concesse libertà, studio e sicurezza. Con lui imparò i rudimenti del commercio vinicolo e della diplomazia mercantile. Ma il destino fu crudele ancora una volta: Ser Rupert morì in un incidente a cavallo dopo meno di un anno di nozze, lasciandola vedova e senza eredi.
Negli anni successivi, Desmera si avvicinò nuovamente ai legami familiari, rispondendo all’invito della cugina Lady Roxanne, rimasta anch'essa vedova, per prendere parte agli affari dei Fiumi come suo supporto. Divenne una figura presente durante il Concilio di Nido della Fanciulla, distinguendosi poi al Ballo d’Inverno di Riva Rosa per la sua grazia e la compostezza, la soprattutto per l'aiuto nell'organizzazione.
Il suo nome, tuttavia, fu inciso nella memoria dei nobili durante l’attentato a Re James Tyrell, avvenuto a Riposo della Rosa nel 210 a.L., quando alcuni traditori tentarono di uccidere la famiglia reale e i suoi sostenitori. Quando un assalitore si lanciò su Ser Jacob Tyrell, Sovraintendente dei Fiumi e fratello del Re, Desmera non esitò a frapporre il proprio corpo, proteggendolo dallo stesso colpo di lama che stroncò la vita del sovrano. Il gesto salvò Jacob e le valse rispetto, riconoscenza