Le cause della ribellione e la questione dorniana

Da Le Cronache del Drago Nero.
Versione del 9 ago 2024 alle 18:33 di Staff (Discussione | contributi) (La causa storica: La questione Dorniana.)

Nel Mondo del Ghiaccio e del Fuoco viene asserito: “A indurre Daemon Blackfyre a insorgere contro re Daeron non fu né un oltraggio definitivo né un enorme torto” – tuttavia, è chiaro che decine di migliaia di persone non combatterono e morirono per nulla. Le vere motivazioni che hanno incendiato l’animo di migliaia e migliaia di persone sono da ricercare attraverso un’accorta analisi di ciò che furono gli anni precedenti all’inizio della guerra – e non solo gli anni immediatamente precedenti.
Molti asseriscono con sicurezza che i semi dell’ostilità furono seminati all’epoca di Aegon IV il Mediocre, ma le riflessioni di Steven Atwell di Tower of the Hand, uno storico con dottorato di ricerca, invitano il lettore a fare un passetto più lungo e ad andare ad individuare le cause (molteplici) nelle discordie piantate durante il breve regno di Daeron I il Giovane Drago. Questo, per la cause “storiche” del conflitto. Le cause personali verranno affrontate più in là.

La causa storica: La questione Dorniana.

Re Daeron I ascende al trono durante un periodo nero della storia Targaryen, alla tenera età di 14 anni, nel 157 D.C.
Il regno di suo padre, Aegon III la Rovina dei Draghi, era stato un disastro. Tra violenze e disordini, la monarchia non era mai stata prima d’allora così vacillante. Dall’Ora del Lupo, che aveva messo una sanguinosa fine a tutte le dispute tra Verdi e Neri alla fine della Danza dei Draghi, alle Guerre di Reggenza (131-136 D.C.) il monarca stesso (in questo caso Aegon III) era stato ridotto a pedina con ruolo puramente simbolico mosso dagli interessi dei grandi Lord del Regno. Entrambi il giovane re e suo fratello (e primo cavaliere) Viserys si rivelarono monarchi contenziosi, abili, ma con obiettivo primario quello di dare al popolo e al popolino giustizia e “pace”.
Questa cosa causò non poca indignazione tra i ceti sociali più abbienti e, soprattutto, non riusciva a mascherare la drammatica realtà dei fatti: quelle che erano da sempre state le fondamenta del potere monarchico (nonché legittimazione stessa di quelpotere) erano scomparse – i draghi.
Per sopperire a questa vitale mancanza, in una mossa assai lungimirante (e quindi per quietare i subbugli non tra la popolazione, ma tra i nobili), Daeron I decide di ridare ai Lord ciò che disperatamente mancava loro da oramai più di un secolo a quella parte: i giochi di conquista. Uno dei motivi principali per cui, alla morte del Conquistatore, alcuni dei giovani Lord da poco succeduti ai loro padri decisero di schierarsi contro Aenys I fu proprio perché questo nuovo sistema politico centralizzato (monarchia centrale, sette regni uniti, pace diffusa, cooperazione, etc) aveva privato le singole entità (i furono Re dei rispettivi regni) di quella che era stata la loro autonomia decisionale e la possibilità di espandersi e arricchirsi attraverso il metodo che era da sempre stato il più gettonato... e anche amato da tutti: la conquista. Con gli anni, i focolai di ribellione al potere Targaryen si erano quietati, ma la scomparsa dei draghi (che fondamentalmente erano il più grande deterrente esistente) faceva correre il rischio che il problema si ripresentasse. E stavolta non ci sarebbe stato Maegor in sella a Balerion a salvarli.

Annunciando la sua campagna di conquista di Dorne, Daeron I con un colpo solo ridà ai nobili e ai cavalieri tutte le possibilità che rimpiangevano da 150 anni a quella parte. O quasi tutte. Riesce ad unire il reame sotto un unico progetto nazionalistico che puntava non solo a soddisfare le potenze che erano potenziali minacce al suo potere, ma anche ad acquisire nuovi terreni per sé. Adesso la campagna di Daeron I è ricordata per tutte le perdite che ha causato, ma all’epoca era una prospettiva assai promettente. Paga per i soldati, gloria per i cavalieri, nuove terre per i secondi e terzogeniti ed immenso potere politico per coloro che si sarebbero schierati ed esposti al fianco destro del Re. Chi c’era al fianco del Re? In primis Alyn Velaryon, uno dei pochissimi Neri ad essere sopravvissuto all’Ora del Lupo e alle Guerre di Reggenza, fu lui a fornire l’immensa potenza navale necessaria per la conquista. In secondo luogo, ma non meno importante, Lord Lyonel Tyrell. In quanto Protettore del Sud, non solo era a capo di un’immensa forza militare, ma era anche colui che più di tutti, fin dall’alba dei tempi, in quanto confinante, aveva più ragione per avercela con i Dorniani, dopo i secoli di guerre. Era anche un diretto discendente di Lord Harlan Tyrell, morto durante la Prima Guerra di Conquista, proprio per mano dorniana.
Sappiamo come è andata: Lord Lyonel pensò a fornire il diversivo per tenere occupati i dorniani in massa sul fronte più occidentale, sul Passo del Principe. Daeron stesso si assicurò una leggendaria vittoria sulle Montagne Rosse, schiacciando l’esercito dorniano e Lord Velaryon si insinuò nel Greenblood da sud-est, radendo al suolo Planky Town, spazzando via interi villaggi e città lungo il corso del fiume.
Come compenso per il lavoro svolto sul Passo del Principe, Lord Tyrell venne nominato Reggente di Dorne. Lyonel aveva con un colpo solo non solo vendicato il suo antenato, ma anche vinto la prima guerra per i Tyrell (non avevano mai vinto nulla da soli) e si era ricavato un nuovo regno tutto per sé.
Per capire bene i motivi per cui chi si schiera con chi successivamente, nella ribellione Blackfyre, bisogna tenere tutto questo molto bene in mente. Con questa vittoria, i Lord dell’Altopiano avevano finalmente qualcosa da perdere. Di conseguenza, gli uomini dell’Altopiano combatterono con le unghie e con i denti per difendere ciò che si era conquistati.
L’odio reciproco che nacque tra gli uomini dell'Altopiano e Dorniani si infiammò ancora di più dopo l’uccisione di Lord Lyonel, morto dentro il suo stesso letto per mano di vili cospiratori che gli fecero piovere addosso centinaia di scorpioni velenosi. Nelle rivolte che seguirono, morirono qualcosa come 40.000 persone – e di nuovo, queste morti non vennero recepite come onorabili morti in battaglia, quanto come vili omicidi che dovevano essere vendicati.
Daeron e Alyn Velaryon tornarono a Dorne per dare supporto e di nuovo parvero prevalere sulle forze dorniane, ma quando in un sanguinoso agguato, i dorniani attaccarono il Giovane Drago e il suo seguito sotto la bandiera di pace, la situazione precipitò definitivamente.
Era morto il Re, erano morte 3 dei cavalieri della guardia reale ed erano morti molti dei Lord del reame.

Sentimenti di odio e vendetta sbocciano in tutto Westeros. Odio che si riversò IMMEDIATAMENTE sugli ostaggi dorniani che Viserys, Primo Cavaliere, ordinò subito di gettare in prigione, in attesa che fossero giustiziati. Ora, immaginiamo che all’ascesa del nuovo Re, la prima cosa che suddetto Re fa... è quella di condonare ogni cosa e liberare gli ostaggi, garantendo loro passaggio sicuro per tornare a casa. E non solo. Mentre i suoi Lord urlavano vendetta, Baelor annunciò pubblicamente di voler risanare il conflitto con Dorne e divolere la pace. E, ancora, non solo. Come simbolo di penitenza ci sarebbe andato lui, in persona, fino a Dorne, in pellegrinaggio a piedi, per espiare il peccato di violenza. E come simbolo di pace, suo nipote, il giovane Daeron, figlio primogenito del primo figlio del suo primo cavaliere, sarebbe stato promesso sposo alla figlia maggiore del Principe di Dorne.

Certo, con questo Baelor riportò la pace, ma c’è da tenere conto di tutte le conseguenze di cui tutti i libri di storia non parlano. Baelor privò non solo i Lord di Westeros, ma anche tutti gli altri di una vera e propria catarsi per le enormi perdite che avevano sofferto. Li privò di ogni possibilità di riscatto e di vendetta. Cercando la pace, rilasciando gli ostaggi e facendo penitenza, il Benedetto piazzò tutte le persone che avevano combattuto per suo fratello maggiore, sia quelli che erano morti che quelli che erano sopravvissuti, automaticamente nel torto. E da allora in avanti il muto, indicibile risentimento che iniziarono a covare tutti coloro a cui era stato sottratto qualcosa – tutti coloro che avevano perso qualcosa – non fece altro che marcire ed inasprirsi ancora di più. E unendo casa Martell a casa Targaryen, si portò questo conflitto sotto il suo stesso tetto.
Il primo fra tutti a covare risentimento per tutto questo nella sua stessa famiglia era il futuro Aegon IV. Lui stesso aveva combattuto valorosamente nella guerra ed era stato incaricato di riportare ad Approdo gli stessi ostaggi che poi Baelor in seguito ha liberato. In pochi anni, Aegon vide il suo unico figlio (legittimo) promesso ad una dorniana senza il suo consenso, la sua amante/giocattolo ostaggio mandata via e sua cugina/amante (Daena, l’unica che apertamente sosteneva ancora l’immagine di Daeron I, che adorava) imprigionata in una torre. Aegon IV è un altro che contribuisce non poco a piantare i semi della futura ribellione e su questo non c’è alcun dubbio. Tuttavia, rimanderemo a più tardi la discussione sui sentimenti privati e personali che portarono a certe storiche decisioni, per ora ci concentreremo sulle politiche dorniane.
Aegon IV voleva guerra e il suo stesso figlio, Daeron, oramai sposato a Mariah Martell, era il più grande oppositore del padre, con tutto il suo seguito di fedeli. Quando Ser Morgyl iniziò a porre la questione della paternità di Daeron, colse padre e figlio durante un periodo di accesi diverbi riguardanti il lancio una nuova campagna contro Dorne. Bisogna ben tenere a mente ciò quando si considera chi si schiera con chi sulla questione della legittimità di Daeron: schierarsi con Daeron significava pace con Dorne, schierarsi con Aegon significava guerra.
In risposta alla propaganda pacifista di Daeron, ci viene detto che Aegon “rivolse la sua attenzione a Dorne, sfruttando l’odio per i dorniani che ancora covava nelle Terre Basse, nelle Terre della Tempesta e sull’Altopiano per sobillare alcuni degli alleati di Daeron contro i suoi sostenitori più potenti.”
In questa stessa asserzione possiamo trovare l’origine di quella che in futuro sarà la coalizione di Daemon Blackfyre: le regioni che più avevano risentimento verso Dorne, gli uomini che avevano perso di più con la morte di Daeron I e la pace di Baelor, coloro che non avevano avuto modo di esternare ciò che avevano dovuto tenere represso per decenni.

Rileggere la frase con più attenzione, tuttavia, rivela ulteriori dettagli: “per sobillare alcuni degli alleati di Daeron contro i suoi sostenitori più potenti” letta nel contesto di quali case si schierano successivamente con i Blackfyre (come vedremo più in là) suggerisce l’uso di casate minori contro quelle maggiori, che – teoricamente- potrebbero aver avuto più interesse a mantenere lo status quo delle cose. Si nota anche come Daeron parte originariamente con più alleati di quanti gliene siano poi effettivamente rimasti successivamente.
Aegon IV fa di tutto per prepararsi ad una nuova guerra contro Dorne, si spinge addirittura a negoziare un matrimonio con Tyrosh per suo figlio Daemon - unione che gli avrebbe assicurato un’ulteriore potenza navale (quella tyroshi) in previsione di un nuovo assalto - ma ogni tentativo fallisce miseramente.

Per la terza volta, la questione dorniana assume contorni nuovi quando ascende al trono Daeron II, che fin da subito si prefissa di adottare la più diplomatica delle politiche per sistemarla una volta per tutte. Uno dei primissimi atti significativi di Daeron II dopo l’ascesa al trono fu di dare l’avvio ai negoziati con il cognato, il principe Maron, per portare Dorne sotto il controllo dei Targaryen. Dopo due anni di trattative, fu raggiunto un accordo secondo cui il principe Maron accettava di fidanzarsi con Daenerys, sorella di Daeron, una volta che questa avesse raggiunto un’età consona. (...)
Tuttavia, da quell’accordo, il principe Maron aveva ottenuto alcune concessioni, e i lord di Dorne godevano di notevoli diritti e privilegi che le altre grandi case non potevano vantare: primo fra tutti il diritto di mantenere il proprio titolo reale, ma anche l’autonomia nel conservare le leggi, il diritto di stimare e raccogliere le tasse dovute al Trono di Spade, sotto il controllo solo saltuario da parte della Fortezza Rossa, e altre questioni simili.

La posteriorità acclama Daeron II per aver raggiunto tutto ciò senza versare una singola goccia di sangue, ma con uno sguardo più attento noteremmo immediatamente che, in realtà, il regno di Daeron II ha bisogno di un po’ di revisione storica. Daeron fa pressioni per ottenere pace in modo troppo veloce e troppo pressante, fallendo nel costruire delle solide fondamenta sotto la sua politica e fallendo nel pacificare gli animi dei guerrafondai che ancora non trovavano sfogo alle loro problematiche personali.
La pace che Daeron II aveva vinto con Dorne non era una pace da vincitori e nemmeno una pace da status quo. Era una pace in cui Maron Martell, Principe di Dorne, aveva strappato tanto alla Corona.
I lord di Westeros, così gelosi dei loro diritti e delle loro autonomie finiscono inevitabilmente per odiare sempre più Dorne – gli unici a godere di quell’unico beneficio a loro da sempre negato. E così “L’insoddisfazione per siffatte specifiche concessioni fu uno dei semi da cui spuntò la Prima Ribellione Blackfyre”.
Presto, tutti coloro che avevano costituito il partito pro-guerra durante i regni di Daeron I e Aegon IV si ritrovarono lontani dalle cariche di corte e lontani dalla corte stessa, poiché Daeron II riassegnò tutte le posizioni di concilio ristretto a suo piacimento, eliminando tutti quelli che erano stati messi lì da suo padre – messi lì spesso e volentieri anche perché condividevano le stesse posizioni di Aegon IV su Dorne.
Per tutta risposta, Daeron portò a corte un ingente numero di dorniani – dorniani che andarono a rimpiazzare coloro che erano stati buttati fuori in posizioni di potere. Le casate allontanate da corte non furono solo private di potere a livello amministrativo, ma si ritrovarono presto anche soppiantate dai loro più acerrimi nemici.
Inoltre, per il fatto che non si può mai discreditare il simbolismo delle cose, Maron Martell aveva appena vinto la mano di una principessa figlia di un Re e sorella di un altro, privilegio di solito riservato a conquistatori come Orys Baratheon – fatto che suggeriva metaforicamente che Dorne avesse in qualche modo simbolicamente vinto il conflitto, con –in futuro- un mezzo Martell sul Trono di Spade e una Targaryen riportata a Lancia del Sole.

Cavalieri e lord delle Terre Basse di Dorne arrivarono a diffidare di Daeron, come di Baelor, e cominciarono a guardare sempre più ai «vecchi tempi», quando i dorniani erano i nemici da combattere, e non rivali per l’attenzione o la generosità del re. (...)'
I semi, comunque, trovarono terreno fertile a causa di Aegon il Mediocre. L’indegno sovrano odiava i dorniani e li combatteva. Lo stesso valeva per i lord che desideravano il ritorno ai suoi tempi, nonostante il malgoverno di allora, e che non sarebbero mai stati soddisfatti del pacifico re Daeron. Così, molti celebri guerrieri che guardavano con sgomento alla pace nel regno e alla presenza dei dorniani alla corte del re, cominciarono ad avvicinarsi a Daemon.

Certamente parte dei sentimenti anti-dorniani sono riconducibili a puro e semplice bigottismo – la cultura Rhoynar era da sempre stata vista come “straniera” e per nulla affine alle correnti di pensiero “occidentali” – ma tutta la storia del continente è chiara nel narrare di come Dorne è da sempre stata in guerra col resto dei Sette Regni, fin dai tempi dell’Alba: gli uomini dell’Altopiano non dimenticheranno mai che sono stati i dorniani a bruciare e saccheggiare Alto Giardino e Città Vecchia e ad uccidere il leggendario Garth Greenhand nel suo letto; gli uomini della Tempesta non dimenticheranno che sono stati i gli Yronwood e i Wyl ad invadere risalendo fino al fiume Slayne o che Meria Martell li saccheggiò quando Argilac era in guerra contro Harren il Nero; i Lord delle Terre Basse ricorderanno sempre il Re Vulture che li ha depredati per decenni.
In tempi più recenti, dunque, sotto Daeron I, l’odio non sboccia da chissà quale misterioso razzismo insito nelle anime dei westerosi, piuttosto è frutto di un astio che è lì già da secoli, impilato l’uno sull’altro come i corpi dei cadaveri dei morti per la guerra, germogliato dai sentimenti di vendetta provati per i cari defunti in millenni di scontri.