Voci del passato: differenze tra le versioni

Da Le Cronache del Drago Nero.
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“Chiunque vorrà potrà prender parte, anche per una settimana o un giorno, al cammino, potrà prender parte al digiuno o alle preghiere. Gli Dei possono leggere nelle nostre anime, sapere se agiamo con cuore sincero e concederci il perdono e la grazia. Ci hanno punito per i nostri peccati e da noi si aspettano un grande sacrificio.”<br/>
“Chiunque vorrà potrà prender parte, anche per una settimana o un giorno, al cammino, potrà prender parte al digiuno o alle preghiere. Gli Dei possono leggere nelle nostre anime, sapere se agiamo con cuore sincero e concederci il perdono e la grazia. Ci hanno punito per i nostri peccati e da noi si aspettano un grande sacrificio.”<br/>
La folla acclama con entusiasmo le sue parole. Le grida percorrono ogni giorno le strade della Capitale, pianti, disperazione, chi chiama un figlio, una sorella, un genitore; da lungo tempo non si sentivano voci esultanti, una goccia di coraggio, la sensazione di poter fare qualcosa.
La folla acclama con entusiasmo le sue parole. Le grida percorrono ogni giorno le strade della Capitale, pianti, disperazione, chi chiama un figlio, una sorella, un genitore; da lungo tempo non si sentivano voci esultanti, una goccia di coraggio, la sensazione di poter fare qualcosa.
===Le ruote di un carro cigolano sulle pietre della Capitale dei 7 Regni, veloci attraversando i quartieri e le strade in silenzio.===
Dieci uomini armati mostrano impettiti lo stemma del drago rosso a tre teste mentre scortano guardinghe il misterioso carico. <br/>
Dal puzzo dei quartieri poveri, un piccolo gruppo di uomini e donne dagli abiti logori e la pelle sporca emerge come i topi escono dalle fogne vedono il carro e con incedere veloce seppur mozzato dai piedi scalzi e feriti, si dirigono dritti e sicuri verso il loro obiettivo. Le guardie imperano al cocchiere di accelerare il passo, ma in pochi istanti quella strada che prima era vuota brulica di donne e uomini che con occhi famelici divorano quella carrozza. Un istante... delle grida e il fragore di una spada sguainata. Una guardia troppo giocava e spaventata ha fatto il fatidico primo passo ferendo a morte un uomo che forse neanche lo avrebbe attaccato, ma la vicinanza e il sovrannumero dei popolani ha giocato con il fato mortale di quell’uomo e di quelle guardie. Come un’onda le genti di Approdo si scagliano sulle guardie nel quartiere delle Calendule, un’onda devastante e letale, le guardie cercano di difendersi, uomini armati contro centinaia di uomini indifesi, ma con la voglia di vivere, cadaveri viventi che calpestano corpi maciullati nel fango, la carrozza rovesciata e il suo interno per le strada, unguenti e pozioni... ma non la cura.<br/>
Un boato fa tremare la terra, una fiamma verde lambisce il cielo, corpi scaraventati come insetti in una tormenta, il dolore le grida poi il silenzio. Il fine giustifica i mezzi dicono i piromanti.<br/>
Alcuni giorni dopo le grida provengono dalle mura di Approdo del Re, da sua Maestà Re Aerys. Un uomo viene scaraventato a terra da due guardie mentre una donna al suo fianco piange disperata implorando pietà. Il Magister della Gilda Major degli Alchimisti, Belvius, dal labbro spaccato e il volto tumefatto e la sua giovane allieva Margot vengono sbatutti nelle segrete. Non hanno assolto al loro compito di fabbricare più dosi della cura senza avere la ricetta originale e visto che il Nord non ne manda più queste scarseggiano in tutta Westeros, la loro pena; la morte.

Versione delle 15:51, 20 giu 2019

Di seguito verranno riportate le cosiddette "Voci di taverna", tutte quelle informazioni di dominio pubblico che hanno percorso le strade di Westeros e che i personaggi potrebbero aver sentito, precedenti al maggio 2019, il quinto mese dell'anno 204AL.


Ad Sala delle Ghiande, Harrenhall,Rocca Spezzata e Yellow Leaf vengono ritrovati manifesti con tale testo.

Quando la mano avrete sporcata
e di sangue e inchiostro la preda marchiata,
se sicuri siete di volermi incontrare
solo tra questi versi dovete cercare.
Svelti i miei passi la strada hanno solcato,
ma non troppe orme hanno lasciato.
Un popolo coraggioso sono andato a trovare
che molte sventure ha dovuto affrontare.
La casa continuano a ricostruire
con finalmente signori non lenti ad agire.
Nobili, fiamme, e pestilenza
e dopo tutto non han persa la decenza,
tante volte han visto tutto distrutto
una volta per ogni flutto.
Con loro mi troverete a lavorare
anche se più spesso dovrebbero giocare.

Veloce dovrete riferire,
poichè il mio tempo in questo posto sta per finire,
soltanto nel settimo mese saprai dove sarò nuovo ad alloggiare,
se mi perdi adesso sino ad allora dovrai aspettare.

Per le Dame in cerca di parole aggiungo un appunto:
sarò lieto quando mi avrete raggiunto,
il sol levante sarà solo per noi dipinto
poichè le vostre rime il mio cuore hanno convinto.
Non mostratemi intento di tradire
perchè saprò e non vorrei dover agire.

Fumo.

Una piccola voce di speranza si innalza dal Tempio di Baelor quando l’Alto septon Liram, dopo mesi di silenzio e preghiere si presenta al popolo.

Dall’alto della scalinata del Tempio, tre i fumi, le ceneri, l’odore di carne bruciata e pestilenza, l’uomo tiene un’accorata preghiera. Parla a lungo ed implora gli Dei. Sono centinaia le persone che, pur con il volto o la bocca coperta, si sono recate nella piazza del tempio.
Solo al termine della preghiera il suo tono cambia.

Nel settimo giorno del sesto mese avrà inizio un cammino di penitenza al quale lui stesso prenderà parte, Cammino che porterà tutti i fedeli dal Tempio di Baelor al Tempio Stellato a Vecchia Città, storica sede del Credo. Seguirà la Strada delle Rose per 40 giorni se gli Dei lo vorranno e una volta a destinazione la penitenza avrà termine con sette giorni di preghiera e digiuno.
“Chiunque vorrà potrà prender parte, anche per una settimana o un giorno, al cammino, potrà prender parte al digiuno o alle preghiere. Gli Dei possono leggere nelle nostre anime, sapere se agiamo con cuore sincero e concederci il perdono e la grazia. Ci hanno punito per i nostri peccati e da noi si aspettano un grande sacrificio.”
La folla acclama con entusiasmo le sue parole. Le grida percorrono ogni giorno le strade della Capitale, pianti, disperazione, chi chiama un figlio, una sorella, un genitore; da lungo tempo non si sentivano voci esultanti, una goccia di coraggio, la sensazione di poter fare qualcosa.

Le ruote di un carro cigolano sulle pietre della Capitale dei 7 Regni, veloci attraversando i quartieri e le strade in silenzio.

Dieci uomini armati mostrano impettiti lo stemma del drago rosso a tre teste mentre scortano guardinghe il misterioso carico.
Dal puzzo dei quartieri poveri, un piccolo gruppo di uomini e donne dagli abiti logori e la pelle sporca emerge come i topi escono dalle fogne vedono il carro e con incedere veloce seppur mozzato dai piedi scalzi e feriti, si dirigono dritti e sicuri verso il loro obiettivo. Le guardie imperano al cocchiere di accelerare il passo, ma in pochi istanti quella strada che prima era vuota brulica di donne e uomini che con occhi famelici divorano quella carrozza. Un istante... delle grida e il fragore di una spada sguainata. Una guardia troppo giocava e spaventata ha fatto il fatidico primo passo ferendo a morte un uomo che forse neanche lo avrebbe attaccato, ma la vicinanza e il sovrannumero dei popolani ha giocato con il fato mortale di quell’uomo e di quelle guardie. Come un’onda le genti di Approdo si scagliano sulle guardie nel quartiere delle Calendule, un’onda devastante e letale, le guardie cercano di difendersi, uomini armati contro centinaia di uomini indifesi, ma con la voglia di vivere, cadaveri viventi che calpestano corpi maciullati nel fango, la carrozza rovesciata e il suo interno per le strada, unguenti e pozioni... ma non la cura.
Un boato fa tremare la terra, una fiamma verde lambisce il cielo, corpi scaraventati come insetti in una tormenta, il dolore le grida poi il silenzio. Il fine giustifica i mezzi dicono i piromanti.

Alcuni giorni dopo le grida provengono dalle mura di Approdo del Re, da sua Maestà Re Aerys. Un uomo viene scaraventato a terra da due guardie mentre una donna al suo fianco piange disperata implorando pietà. Il Magister della Gilda Major degli Alchimisti, Belvius, dal labbro spaccato e il volto tumefatto e la sua giovane allieva Margot vengono sbatutti nelle segrete. Non hanno assolto al loro compito di fabbricare più dosi della cura senza avere la ricetta originale e visto che il Nord non ne manda più queste scarseggiano in tutta Westeros, la loro pena; la morte.